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Edouard Manet, tra realismo ed impressionismo

Oggi conosceremo un po’ più da vicino Edouard Manet, ritenuto da molti ‘uno dei primi artisti del secolo XIX a dipingere la vita’; e già, perché questo grandissimo pittore ha lasciato un segno profondo nella pittura e nell’arte ottocentesca in generale, rappresentando in pratica la transizione dal realismo all’impressionismo. In effetti Manet simboleggia proprio il collegamento artistico tra le due correnti culturali del realismo e dell’impressionismo, e la prova di ciò è che da un lato rifiutò di aggregarsi a gruppi culturali e filosofici di matrice realista, e dall’altro non ne voleva proprio sapere di esporre le sue opere insieme a quelle di altri artisti impressionisti.

Manet ha sempre cercato di estrapolare la verità da quella che era l’apparenza, mettendo da parte tutti i canoni e le regole delle varie scuole pittoriche, e concentrando tutti i suoi interessi nel mettere a nudo la realtà, ed è forse per questo motivo che il suo stile divenne in poco tempo popolare ed inconfondibile. Adorava raffigurare frammenti della vita di tutti i giorni così, nudi e crudi come li vedeva, prestando poco interesse ai ‘fatti tecnici’ come prospettive, spazi volumetrici, tridimensionalità, scandalizzando per questo molti altri pittori suoi colleghi; non c’è dubbio che si parla uno dei più grandi pittori di tutta la storia dell’arte.

Cenni di biografia

Nato a Parigi il 23 Gennaio 1832 in una famiglia aristocratica francese, Manet dimostrò subito di non provare alcun interesse per il tipo di studi verso i quali la famiglia lo aveva indirizzato, e ben presto si buttò a capofitto nel mondo della pittura; suo padre Auguste Manet era un alto funzionario del Ministero di Giustizia francese, e la madre Eugenie Desirèe Fournier era figlia di un diplomatico, ed entrambi i suoi genitori si auspicavano per il figlio un futuro da avvocato o addirittura da magistrato, ma non fu così.

Nel Dicembre del 1848, appena diciassettenne, il piccolo Edouard fu accompagnato dal padre a Le Havre, dove si imbarcò come mozzo di bordo sulla nave mercantile Havre et Guadeloupe con destinazione Rio de Janeiro; la speranza del padre era quella che il giovane si instradasse verso una carriera da comandante navale, ma neanche in questo caso andò come lui avrebbe tanto desiderato, e fu proprio durante questo viaggio che il giovane Edouard prese coscienza della sua forte predisposizione verso la pittura. Per suo padre fu un altro fracasso, per lui invece no, perché nel frattempo aveva riempito il suo taccuino di tantissime ‘bozze di disegno’ che, una volta fatto rientro in Francia, convinsero il padre a lasciarlo libero di studiare arte.

Manet ed il suo rapporto con la pittura realista

Il primo vero dipinto di Edouard Manet, diciamo quello che dà inizio alla sua brillante carriera di pittore, è un quadro del 1859 intitolato Il Bevitore d’Assenzio, un olio su tela su cui viene raffigurato un uomo con mantello e cappello a cilindro seduto su un muretto ed intento a bere il classico ‘liquore verde degli artisti’, l’assenzio; l’opera non viene ammessa al salone d’esposizione, ma raccoglie comunque parecchi consensi di personaggi illustri, tra i quali un certo Edgar Degas che Manet conobbe in visita al Louvre mentre era intento a copiare Velasquez.

Anch’egli fortemente attratto dallo stile di Velasquez, Manet decise di rivisitare una delle sue opere maggiori, il Chitarrista Spagnolo, ultimato nel 1861 e rivisitato dal pittore parigino secondo il suo punto di vista; è dell’anno successivo un’altra delle sue opere maggiori intitolata Musica alle Tuileries, un altro dipinto olio su tela esposto dal 1863 alla National Gallery di Londra, opera che segna effettivamente il passaggio dal realismo all’impressionismo.

A cavallo tra realismo ed impressionismo

Nonostante i suoi inizi fossero stati caratterizzati da uno stile molto più vicino al realismo che all’impressionismo, Edouard Manet viene inserito dai critici e dagli storici d’arte tra i pittori impressionisti, e ciò trova tecnicamente una spiegazione nella totale assenza di variazioni di luci ed ombre, e nel maggior risalto dato ai contrasti di colore piuttosto che alla precisione nella definizione dei volumi, caratteristiche che saranno alla base dell’impressionismo. In un certo senso l’arte di Manet è stata abbastanza influenzata da dallo stile di alcuni suoi ‘colleghi’, ma alla fine non si può dire che sia stato un pittore realista, né tantomeno impressionista, perché non vi sono tratti ben definiti né dell’uno, né dell’altro stile, e la sua pittura rappresenta la classica ‘via di mezzo’ tra le due correnti artistiche. Il 20 Aprile 1883 il pittore parigino subì l’amputazione della gamba sinistra per una cancrena, e si spense appena 10 giorni dopo (30 Aprile ) nella sua dimora di Parigi.

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